La rabbia e la paura. Perché sempre meno persone debbano sapere cosa significa essere ammalate di cancro
Chi mi conosce lo sa: non amo chi vede tutto rosa perché temo non colga le sfumature. E chi mi conosce sa anche che non amo correre. Per niente. Ho deciso però di sostenere questo progetto perché credo che nessuna persona meriti di trovarsi a fronteggiare la rabbia e la paura di scoprirsi ammalata di tumore. Perché nessuno tema di non poter avere un futuro davanti, com’è accaduto a me, un sabato pomeriggio, mentre i miei figli erano impegnati in un laboratorio di ceramica e in auto mi aspettava un cabaret di zeppole.
Perché nessuno conosca la disperazione dell’incertezza, la fatica delle cure, le angosce dei controlli.
Per questo mi sono unita al team delle Pink Ambassador di Genova: per allenarmi e provare a correre una mezza maratona. E sostenere così la ricerca.
Se oltre a stare sugli spalti per tifare, volete scendere in pista con me e con le mie compagne di avventura, potete fare una donazione, anche minuscola: un passo alla volta, possiamo sperare insieme che nessuno conosca più la rabbia e la paura di ammalarsi di cancro.
Grazie